D’Annunzio e Fortuny. Lettere veneziane (1901-1930)


D’Annunzio e Fortuny. Lettere veneziane (1901-1930)

lunedì 23 ottobre 2017

Martedì 31 Ottobre 2017 – Sala Tommaseo, ore 17.30

Presentazione del volume
D’Annunzio e Fortuny.
Lettere veneziane (1901-1930)

di Maria Rosa Giacon (Lanciano, Rocco Carabba 2017)

Paolo Puppa e Pietro Gibellini conversano con l’autrice

Il libro di Maria Rosa Giacon fornisce una cronologia ragionata delle carte che Gabriele d’Annunzio inviò a Mariano Fortuny, conservate a Venezia presso il “Fondo Mariutti Fortuny” della Biblioteca Nazionale Marciana: si tratta di 13 lettere, cui si aggiunge un telegramma, stese tra il 1901 e il 1930, quasi tutte non datate e verosimilmente pervenute alla rinfusa, dalle quali risulta in maniera evidente che tra il poeta abruzzese e l’artista catalano intercorse “un’intrigante vicenda” sia sul piano professionale che personale.
Le lettere riguardano principalmente la tragedia “Francesca da Rimini”, per il cui allestimento scenico d’Annunzio s’era rivolto a Fortuny nella primavera del 1901. Il saggio prende le mosse dal contributo di Gino Damerini, il primo a pubblicare le carte dannunziane rendendo nota l’intricata vicenda della “Francesca”, che alla fine vide la cooperazione naufragare e il poeta rivolgersi allo scenografo Odoardo Rovescalli. Pur riconoscendo i meriti del giornalista veneziano, Maria Rosa Giacon ne verifica la lezione sia in senso storico che filologico, giungendo a conclusioni diverse e/o diversamente argomentate. Il metodo utilizzato dall’autrice è strettamente documentario, poiché si avvale dei riscontri con inediti giacenti presso il “Fondo Mariutti Fortuny”, la Biblioteca Classense, gli Archivi del Vittoriale e del Museo Fortuny. Pari l’attenzione rivolta alle varie testimonianze edite: epistolari – in primo luogo le lettere di Eleonora Duse – e biografie. Da tale complesso ricostruttivo al contempo emerge la solidità del filo umano, non solo professionale, che sempre e fermamente legò Gabriele e Mariano. Maria Rosa Giacon è una delle maggiori studiose italiane di Gabriele D’Annunzio. Da lungo tempo si dedica a ricognizioni nell’ambito dell’intertestualità e della semiologia del testo poetico e narrativo. Ha collaborato al “Dizionario delle Opere della Letteratura italiana” per Einaudi e pubblicato numerosi saggi su scrittori italiani tra fine Ottocento e primo Novecento, quali Fogazzaro, Pascoli, Soffici, Palazzeschi, ma con aperture anche sull’attualità, come nel caso di Giovanni Giudici. Ha curato per Mondadori e per Rizzoli il romanzo dannunziano “L’Innocente”, e per Ca’ Foscari il saggio postumo di Emilio Mariano “Da Gabriele
d’Annunzio a Eleonora Duse ovvero dal «Fuoco» alle «Laudi»” (Ca’ Foscari-Digital Publishing, Venezia, 2016). È anche autrice del romanzo epistolare “«Il suo nome è Gabriele». Le vere lettere di Barbara Leoni” (Pescara, Ianieri, 2013) e dell’“intervista” ad Eleonora Duse «Recitare? Che brutta parola!» (Venezia, 2013).