Il Foglio 22/06/2016 – La colpa di D’Annunzio? Non aver detto il peggio possibile della vita


giovedì 23 giugno 2016

Il Foglio 22/06/2016 - La colpa di D'Annunzio? Non aver detto il peggio possibile della vita

 

di Simonetta Sciandivasci

 

“Più di Fiume, dell’interventismo, del kitsch, d’essersi invaghito del fascismo, dell’estetismo, dell’egocentrismo, dello sprezzo del limite e dell’esser finito nel pantheon degli “intellettuali di destra” (sebbene avesse scritto “io sono al di là della destra e della sinistra, come sono al di là del bene e del male”), a Gabriele d’Annunzio non sappiamo perdonare “l’aver resistito a dire, della vita, il peggio possibile”. Così scrive Giordano Bruno Guerri nell’introduzione a “Io, D’Annunzio” (Enrico Damiani Editore), l’antologia dannunziana fresca di stampa che ha curato con l’obiettivo di farlo leggere, il Vate, a noi che ci limitiamo a studiarlo a scuola (cioè nella camera mortuaria della letteratura), assorbendo l’insofferenza dei critici, cristallizzata nella manualistica e nell’accademismo, che l’hanno lisciato fino a farne una macchietta letterariamente trascurabile, un raffinato pubblicitario e uno straordinario performer. (…)”