Il Giornale 02/09/2016 – Brooks, il Vate e il quadro. Un “triangolo” artistico


venerdì 02 settembre 2016

di Giordano Bruno Guerri

 

“Nel suo «esilio francese», a Arcachon, cittadina della Guascogna affacciata sull’Oceano Atlantico, Gabriele d’Annunzio poteva contare su una delle sue amiche preferite: Romaine Brooks, che lui chiamava Cinerina, per i toni grigi della sua scala cromatica.
Oggi si direbbe che la pittrice conosceva tutte le sfumature del grigio, viste anche le sue abitudini sessuali. Nota per l’esibito lesbismo, oltre che per la sua arte, capelli corti, fare mascolino, l’amore per lo spiritismo e una bizzarria che si estendeva oltre le preferenze sessuali la rendevano una preda ambita per Gabriele. Tanto più che la ricca americana era anche capace di prenderlo in giro: «Nella tua ultima lettera tu mi scrivi di essere triste», gli scrisse un giorno; «Io non riesco a capirlo, perché tu hai tutto quello che hai chiesto dalla vita, e posso prevedere fino al giorno della tua morte una lunga prospettiva di gambe da esplorare che gioia infinita! Perfino in paradiso, caro poeta, ti verrà riservato un enorme polipo con mille gambe di donna (e senza testa) che si rinnoveranno all’infinito». (…)”