Quaderni del Vittoriale. Nuova serie, n. 3


Quaderni del Vittoriale. Nuova serie, n. 3

 

 

Abstract

 

“Quaderni del Vittoriale”. Nuova serie, n. 3

 

Studi e letture / Studies and readings

 

Dalle serpi alla Pentecoste: l’origine della Fiaccola sotto il moggio / From the snakes to the Pentecost: the origins of the Fiaccola sotto il moggio (The torch under the bushel)

Annamaria Andreoli

 

Dopo il successo della Figlia di Iorio (1904), Gabriele d’Annunzio continua a dedicarsi alla produzione teatrale, con l’ambizioso intento di dare una “moderna sorella” all’Elettra eschilea. La Fiaccola sotto il moggio, infatti, ha come riferimento imprescindibile il teatro greco, ma la vicenda narrata si ispira anche a personaggi realmente esistiti e soprattutto a leggende popolari abruzzesi, con le quali il Poeta fonde tratti di religiosità efferata. Il saggio illustra filologicamente le fonti dannunziane letterarie e iconografiche, numerose e naturalmente eterogenee, senza trascurare i dettagli legati ai tempi di scrittura, alla messinscena e agli interpreti.

 

After the success of the Figlia di Iorio (1904), Gabriele d’Annunzio keeps on devoting himself to the theatral production, moved by the ambitious aim of giving a “modern sister” to the Electra by Aeschylus. The Fiaccola sotto il moggio (The torch under the bushel), indeed, has the Greek theatre as an essential reference, but the plot takes inspiration also from characters who really existed and above all from Abruzzo’s folk legends, with which the Poet combines tracts of heinous religiousness. The essay describes philologically the several and of course heterogeneous d’Annunzio’s literary and iconographic sources, without disregarding the details linked to the writing time, the setup and the interpreters.

 

Inediti e rari / Unpublished and rares

 

“Nascondere il brutto, o volgerlo al sublime”: nel laboratorio delle Vergini delle Rocce / “Nascondere il brutto, o volgerlo al sublime”: in the laboratory of the Vergini delle Rocce (The Virgins of the Rocks)

Maria Teresa Imbriani

 

Il saggio esamina un gruppo di sessantaquattro carte dannunziane provenienti dal Fondo Gentili della Biblioteca Nazionale Centrale di Roma. Si tratta di appunti manoscritti relativi alle Vergini delle Rocce (The Virgins of the Rocks) risalenti al periodo 1892-94. Fra le numerose note spiccano i nomi di Platone, Santa Caterina da Siena, Nietzsche, Leonardo da Vinci, ma anche di Gabriel Séailles e Carlo De Lellis. Imbriani commenta puntualmente ciascuna di esse, mostrandone il legame con il romanzo, non sempre facile da individuare, evidenziando l’abilità di d’Annunzio nel reimpiego delle fonti e in che modo ciascuna lettura abbia stimolato ulteriori riflessioni in tema di arte, immaginazione e società. Il contributo si completa con quattro tabelle comparative che, attraverso citazioni esatte, espongono le corrispondenze fra le fonti e le opere dannunziane: questi materiali, infatti, confluiscono non solo nelle Vergini ma anche negli Scritti giornalistici.

 

The article examines a group of sixty-four manuscript documents belonging to the Gentilini’s Fund stored at the National Central Library of Rome. These notes, about the Vergini delle Rocce (The Virgins of the Rocks), date back to the 1892-94. Among the several notes we find the names of Platone, Saint Caterina from Siena, Nietzsche, Leonardo da Vinci, but also Gabriel Sèailles and Carlo De Lellis. Imbriani comments punctually each of them, by showing the link with the novel, not always easy to spot, and underlining the capability of d’Annunzio toward the re-use of the sources and how every reading have aroused other thoughts in the matter of art, imagination and society. The essay concludes with four comparative tables that, through the exact quotations, display the correspondences between d’Annunzio’s sources and works: these materials, indeed, merge not only in the Virgins but also in the Scritti giornalistici (Journalistic writings).

 

Lettere inedite a Adolphe Bermond / Unpublished letters to Adolphe Bermond

Carla pisani

 

Nel contributo sono analizzate cinque lettere (estate-autunno 1911) indirizzate da Gabriele d’Annunzio al proprietario della casa di Arcachon dimora del Poeta durante il “volontario esilio” francese. Adolphe Bermond, ottuagenario e fervente cattolico, agli occhi di d’Annunzio appare una sorta di padre spirituale, come dimostra anche il lessico delle missive. La figura di Bermond comparirà poi, quasi un doppio di San Francesco, nella Contemplazione della morte, affiancata a quella di Giovanni Pascoli.

 

The article analyses five letters (summer-autumn 1911) sent by d’Annunzio to the owner of Arcachon house, the Poet’s mansion during his French “volontario esilio” (self-imposed exile). Adolphe Bermond, octogenarian and fervent Catholic, rapresent a sort of spiritual father for d’Annunzio, as the lexical choices of the missives reflect. In the Contemplazione della morte the figure of Bermond, beside the Giovanni Pascoli’s one, appears as another San Francesco.